È partita la fase di avvicinamento ai click day per il Decreto Flussi in programma il prossimo febbraio fino al prossimo 30 novembre è possibile precompilare le domande, utilizzando il modulo apposito sul Portale ALI, a cui si accede con SPID o CIE.
In tutto quest’anno sono disponibili oltre 181 mila quote per motivi di lavoro subordinato (110.000 per lavoratori stagionali e 70.720 per lavoratori non stagionali) e 9.500 quote per addetti all’assistenza familiare e sociosanitaria.
Ricordiamo che il datore di lavoro interessato ad impiegare un cittadino straniero deve presentare una domanda di nulla osta e ottenere una quota. Una volta emesso il nulla osta, è possibile richiedere il visto di ingresso per motivi di lavoro presso il consolato italiano nel paese in cui si trova il lavoratore.
L’invio delle domande può avvenire solo con modalità telematica.
Quali sono i documenti richiesti per presentare la domanda flussi 2025?
Di seguito la lista dei documenti base necessari per presentare al richiesta flussi:
- in riferimento al datore di lavoro, sano necessari il documento d’identità in corso di validità, il codice fiscale, la visura camerale, l’ultima dichiarazione dei redditi (per dimostrare la capacità economica di sostenere anche il lavoratore extracomunitario e pagare gli oneri contributivi), la partita Iva e il Durc per la verifica della regolarità del pagamento dei contributi previdenziali e assicurativi;
- in riferimento al lavoratore extracomunitario previamente individuato, sono necessari il passaporto o la copia delle pagine principali (con foto e dati identificativi), i dati personali e il suo indirizzo di residenza e di futuro alloggio (idoneità alloggiativa) in Italia e le eventuali qualifiche professionali o certificati. Il datore di lavoro dovrà altresì indicare il consolato del paese di origine, dove sarà richiesto il visto di ingresso da parte del lavoratore;
- in riferimento all’offerta di lavoro, il documento attestante la proposta di contratto di lavoro o la lettera di assunzione con dettagli come ad es. il tipo di lavoro, l’orario e la retribuzione prevista.
Si ricorda infine che sul datore di lavoro ricadrà anche l’obbligo di verificare, tramite il CPI di competenza, che vi siano lavoratori disponibili per le mansioni sul territorio nazionale. Solo in caso negativo potrà essere correttamente sfruttata la procedura di cui al decreto Flussi.